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Pachamama
Dicono che faccio carne, lana e latte
Io però non credo che siano le descrizioni adatte
Mi spiace signore ma a lei io non chiedo niente
Potremmo vivere insieme semplicemente?
Non ricordo spesso i momenti della mia vita prima del Mulino di Bi. Ricordo però che ero una delle tante, quando guardavo dritto davanti a me non vedevo altro che distese di nuvole bianche e poi muri, muri e ancora muri. Vivevamo in un posto angusto, sempre sporco e umido ma in compagnia. Le mie sorelle e i miei fratelli non restavano mai per più di qualche anno, poi… quella cosa che chiamavano furgone chissà dove li portava. Passavamo le nostre giornate una accanto all’altra, vicine vicine; certo, era un po’ scomodo, ma tra pecore condividiamo sempre tutto!
Chi tra di noi aveva più fieno lo regalava alle altre, e vi assicuro che non ne avevamo mai abbastanza, sarà che siamo golose noi pecore…
Chi aveva il latte lo condivideva con tutte le altre mamme per sfamare i nostri cuccioli, un agnellino è la cosa più importante del mondo per noi mamme-pecore. Non ci stacchiamo mai, se non se ne prende cura la loro mamma lo fa una delle tante zie. Io, comunque, mi sentivo più sicura ad avere sempre sotto la mia pancia i miei cuccioli, in quella stalla non c’era molta altra scelta, era stretta, come vi dicevo, e giocare o correre era impossibile. Questo privilegio mi era concesso solo per un breve periodo, poi puntualmente compariva l’uomo del fieno. Ah, l’uomo del fieno, se ci penso mi fa ancora paura! Arrivava con qualche amico su un furgone, prendevano gli agnellini, spesso con qualche zio o zia e poi… non ne sapevamo più niente.
Una sera è capitato anche a me, è arrivato e mi ha scelta, ha preso la mia agnellina, l’ultima nata, qualche altro cucciolo e, insieme, ci hanno caricati su questa strana scatola di ferro con le ruote che ci ha sballottolati da un lato all’altro per un po’ di tempo. Quando si è fermato il sole era ormai calato. Non sapevo cosa stesse succedendo, ma ero determinata a salvare tutti quei piccoli agnellini, così mi sono messa davanti a loro, ho fatto un bel respiro e mi sono preparata per tirare una bella testata a quell’uomo così scortese che ci aveva chiusi lì dentro! Ma quando la porta si è spalancata… ricordo di aver sentito voci nuove, un buon profumo di fieno e poi…
È spuntata la testolina di un’umana, aveva grandi occhi scuri e una lana davvero strana in testa, mi parlava in modo gentile, aveva in mano una ciocca di fieno e non puzzava nemmeno (come certi umani che hanno davvero un odoraccio)! Fidarmi delle persone era diventato difficile dopo aver conosciuto l’uomo del fieno, ma quell’umana era così gentile con me e gli agnellini, ci dava delle strane pacche sulla testa, ma era delicata, non faceva male, anzi! Ho scoperto solo dopo che quelle si chiamano “carezze”…
Insomma, quella sera io mi sono fidata e ho seguito l’umana. Roba da non crederci! Siamo arrivati in una stalla enorme, larghissima, potevamo correrci dentro! Come se non bastasse era pulita! Niente schifezze, niente fieno vecchio e sporco, si poteva dormire al caldo e all’asciutto e poi… e poi un sacco di fieno gustoso e fresco a disposizione e acqua limpida! Mica quella roba marroncina piena di muffa, acqua pulita!
Poi gli umani sono diventati due, giorno dopo giorno ci hanno portato cose buonissime da mangiare, per me, per la mia piccola – che chiamano Gufetta – e per Aries, l’altro agnellino. Quegli umani del fieno ci sono piaciuti subito, sono buffi, ci siamo affezionati; pensate che dopo qualche mese abbiamo anche accettato di farci spazzolare (che goduria quando ci grattano!).
Ogni giorno è uno spasso con loro, pensate ci hanno addirittura preparato un intero orto da mangiare! Sono incredibili! O forse non era proprio per noi perché a volte l’umana del fieno sgrida l’umano del fieno perché abbiamo mangiato le verdure dei vicini, beh, comunque, non sgrida mai noi.
Chissà se anche gli altri dopo quel viaggio sono arrivati in un posto così, come il Mulino di Bi. Certe notti sogno che ogni pecora possa spassarsela come noi, con i suoi piccoli e con gli altri della famiglia! Certo per fortuna non tutti sanno ciò che hanno passano alcune pecore, i miei agnellini sono arrivati qui da piccolissimi e spero tanto che con il passare del tempo non se lo ricordino più, ma c’è qualcuno di ancora più fortunato di noi!
Ecco, gli umani gli stanno urlando dietro un’altra volta, deve averne combinata un’altra delle sue:
“CA-CA-O!”
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